26.01.2011

Si scrive un’altra pagina nera nel massacro sistematico dei risparmi dei cittadini con la vicenda, non ancora a sufficienza raccontata, della Banca Popolare della Valle d’Itria e Magna Grecia S.C.P.A.-
L’istituto, con sede legale nel comune di Martina Franca (TA), è stata travolta da un grave dissesto finanziario.
A farne le spese, come ormai cattiva abitudine italiana, sono state le migliaia di piccoli e piccolissimi azionisti, che hanno creduto nel progetto di una banca locale legata al territorio, e che oggi vedono il valore delle loro azioni ridotto a zero.
E’ una storia che merita di essere raccontata.
La banca, ottenuta dopo cinque anni l’autorizzazione dalla banca d’Italia, inizia la propria attività nel 2006 con un capitale sociale di 6 milioni e mezzo di Euro.
Dopo appena tre anni, nel 2009, invece si è ritrovata con 3 milioni e 700 mila euro di crediti classificati come sofferenze ed un importo ancor più elevato di crediti classificati come incagli.
A seguito all’attività ispettiva della Banca d’Italia, con decreto del 1 ottobre 2009 il Ministro dell’economia e delle finanze ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo dell’istituto di credito, ai sensi degli articoli 70 e seguenti del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, e cioè qualora «risultino gravi irregolarità nell’amministrazione, ovvero gravi violazioni delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie che regolano l’attività bancaria».
Conseguentemente la Banca Popolare della Valle d’Itria e Magna Grecia è stata posta in amministrazione straordinaria e il suo fondatore, l’ex senatore Giuseppe Semeraro, è stato denunciato dai commissari Petrangelo e Tamarolo, che avrebbero «avanzato l’azione di responsabilità del consiglio di amministrazione»;
Appena 25 giorni dopo lo stesso Ministro, su proposta della Banca d’Italia, con decreto del 26 ottobre 2009, ha disposto la liquidazione coatta amministrativa della banca, ai sensi degli articoli 80 e seguenti del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, articolo applicabile quando «le irregolarità nell’amministrazione o le violazioni delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie o le perdite previste dall’articolo 70 siano di eccezionale gravità»;
Giusto un anno dopo, con atto del 28 ottobre 2010, l’istituto di credito sottoposto a liquidazione coatta amministrativa è stato acquisito da BancApulia spa, istituto appartenente al gruppo «Veneto Banca», ad un prezzo simbolico di un euro. Si è trattato di una cessione avvenuta previa autorizzazione della Banca d’Italia e con il supporto del Fondo interbancario di tutela dei depositi, al fine di consentire la continuità delle relazioni con i depositanti e la clientela.
In parole povere, tutti i rapporti attivi e passivi della Banca Popolare Valle D’Itria e Magna Grecia sono stati quindi ceduti a BancaApulia: conti correnti, depositi, ecc.-
BancApulia non ha però acquisito anche le quote societarie.
A rimanere con il cerino in mano, tanto per cambiare, sono stati i circa 2.000 piccoli azionisti. Si tratta in massima parte di famiglie, artigiani, piccoli imprenditori che hanno riposto (malriposto) fiducia nel progetto in cui avevano investito somme a partire da 2.600 euro.
In sé, verrebbe da dire, somme minime. In realtà un vero e proprio salasso per un territorio, quale quello pugliese, già martoriato da tantissime vicende truffaldine ai danni dei risparmiatori.
Ad iniziativa di un gruppo di piccoli azionisti, il 15 settembre 2010 è stato costituito il “Comitato Azionisti Banca Popolare Valle d’Itria e Magna Grecia. Alla presidenza del comitato è stato nominato l’Avv.Massimo Melpignano il quale, dopo aver presentato l’iniziativa in una affollata conferenza stampa, ha immediatamente dato vita ad una serie di iniziative volte alla tutela degli azionisti, quali la richiesta di un incontro urgente al Prefetto ed al Presidente della Provincia di Taranto, la richiesta al Commissario liquidatore e a Banca d’Italia di una serie di atti onde rilevare eventuali responsabilità in fase gestionale. E’ stato creato un sito internet www.comitatoazionisti.it per tenere aggiornati i risparmiatori su tutte le iniziative del comitato, ed è stato attivato un numero verde attivo 24 h per raccogliere denunce e segnalazioni 800 984 786.
E’ stata altresì presentata, per il tramite dell’On Pierfelice Zazzera, parlamentare pugliese dell’Italia dei Valori, una interrogazione parlamentare al Ministro dell’Economia e delle Finanze per chiarire aspetti poco chiari della vicenda. In particolare, ad esempio, il motivo per il quale non vennero prese in considerazione soluzioni diverse dalla liquidazione coatta amministrativa della banca, che ha finito per recare un grave pregiudizio ai soci della banca medesima ed il motivo per il quale il Ministro non abbia ritenuto, nell’ambito della procedura che ha portato alla liquidazione coatta amministrativa dell’istituto di credito, e fatta salva l’autonomia della Banca d’Italia, di richiedere ulteriori chiarimenti in merito alla situazione della Banca Popolare della Valle d’Itria e Magna Grecia. (5-04003)
I risparmiatori non meritano e non devono perdere i risparmi di una vita di sacrifici. Ed i soliti furbetti della finanza, non devono farla franca a scapito dei consumatori.

Avv. Massimo Melpignano – Responsabile Nazionale Dipartimento Consumatori e Risparmiatori IDV
On. Pierfelice Zazzera, parlamentare IDV

 

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