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20.05.2014

Leggevo giorni fa questo articolo da Puglia Live:

"Gli artigiani ricorrono ai fondi di solidarietà bilaterali per fronteggiare la  recessione. Si tratta di veri e propri ammortizzatori sociali che non  gravano sulle casse dello Stato, ma sono finanziati dalle stesse micro e  piccole imprese."

Si tratta ancora della riforma Fornero. La cautela e' d'obbligo.

Su Gema.it si legge invece:

"Secondo quanto stabilito dalla Legge 92/2012, i datori di lavoro che non rientrano nella normativa in materia di integrazione salariale, con più di 15 dipendenti e che non abbiano stipulato entro il 31 marzo 2013 accordi per la creazione del fondo di solidarietà bilaterale dovranno istituire un fondo di solidarietà residuale, con il contributo di azienda e lavoratori, con le medesime funzioni dei fondi di solidarietà bilaterali." (testo del 2012).

Esiste persino un wiki chiamato wikilabour, che spiega la materia. Distingue tra:

"1) I Fondi di solidarietà bilaterale obbligatori
"2) I Fondi di solidarietà alternativi
"3) I Fondi di solidarietà residuali"

Infine il Ministero del Lavoro dedica una pagina tra quelle degli amortizzatori sociali:

Il Ministero spiega perche' si dovrebbero utilizzare:

"Oltre  alla  finalità  di  assicurare ai lavoratori una tutela in costanza di rapporto di lavoro nei casi di riduzione o sospensione dell'attività lavorativa per cause previste dalla normativa in materia di integrazione salariale ordinaria o straordinaria, i Fondi  possono avere le seguenti finalità:
a) assicurare ai lavoratori una  tutela  integrativa  rispetto  a prestazioni connesse alla perdita del posto di lavoro o a trattamenti di integrazione salariale previsti dalla normativa vigente;
b) prevedere assegni straordinari per  il  sostegno  al  reddito, riconosciuti nel quadro dei processi  di  agevolazione  all'esodo,  a lavoratori che raggiungano i requisiti previsti per il  pensionamento di vecchiaia o anticipato nei successivi cinque anni;
c)  contribuire  al  finanziamento  di  programmi  formativi   di riconversione o riqualificazione professionale, anche in concorso con gli appositi fondi nazionali o dell'Unione europea."

Siamo quindi di fronte ad uno strumento pensato per artigiani e loro famiglie, non per imprese con piu' di 15 addetti.

Qualcosa di diverso. Da EbaPuglia un accordo che non parla di figli di artigiani (se non come dipendenti)

Purtroppo in molti casi sono stati proposti agli artigiani prodotti finanziari che anticipano sicure sovvenzioni o sostegni statali, poi persi.


Il consiglio e' ancora una volta:
  • se e' obbligatorio, non c'e' bisogno di convincere.
  • anche se lo si deve firmare, portarlo a casa per leggerlo, farlo vedere ad altri, e poi riportarlo per la firma.
  • E soprattutto: finche' non lo capiamo, non firmiamolo. Anche se lo leggiamo sui giornali.

Ps: capirlo significa capire cosa succede se le cose non funzionano.


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