22.01.2010

Lehman Brothers, cronaca annunciata (e mascherata) di un fallimento.


Nel settembre 2008 il crack di Lehman Brothers, il colosso americano nei servizi finanziari, è  divenuto tristemente noto come uno dei simboli storici della crisi economica mondiale.
E’ la più grande bancarotta della storia americana, con i suoi debiti bancari per 613 miliardi di dollari,  debiti obbligazionari per 155 miliardi.

Gli effetti sono stati devastanti per la finanza e per l’ economia mondiale.
Anche l´Italia ha accusato il contraccolpo.

Le conseguenze però sono state devastanti in particolare per le migliaia di piccoli risparmiatori che avevano acquistato dalle banche obbligazioni Lehman.

Le perdite sono incalcolabili se consideriamo anche le migliaia di polizze assicurative “Index linked” in cui Lehman Brothers garantiva il rimborso del capitale ed i titoli obbligazionari emessi dalla banca avebbero dovuto assicurare il rimborso del capitale a scadenza.
Tutto in fumo.

L´aspetto più sconcertante è che gli addetti ai lavori, pur conoscendo benissimo la grave situazione in cui versava il colosso americano, hanno continuato a vendere obbligazioni fino a pochi giorni prima del default, quando invece avrebbero dovuto mettere in guardia i risparmiatori dai rischi.

Il Tribunale di Bari, per primo in Italia, ha ammesso cinque consulenze tecniche preventive, in altrettanti giudizi promossi da risparmiatori che hanno perso complessivamente 700.000,00 euro.

I provvedimenti, assolutamente innovativi nel campo, sono liberamente scaricabili dal sito www.studiomelpignano.it,  come sempre: lo scambio di informazioni è fondamentale per la migliore tutela dei diritti, anche di quelli dei consumatori.

Le consulenze sono state ammesse dal giudice Franco Lucafò nonostante la forte opposizione delle banche, che hanno dichiarato a chiare lettere di non essere disponibili ad alcuna ipotesi conciliativa e di non avere alcuna responsabilità in questa vicenda.

I quesiti sono finalizzati ad accertare che il consorzio PattiChiari, interamente composto da banche, e che aveva inserito le obbligazioni Lehman nel paniere dei prodotti sicuri “Basso rischio – basso rendimento”, già da marzo- aprile  2008 era al corrente della grave crisi della banca americana e del serio rischio di un crack.

A confermarlo in maniera inequivoca sono una serie di indicatori ordinariamente utilizzati dagli operatori della finanza, come ad esempio i CDS su Banca Lehman (una sorta di assicurazioni contro il fallimento), che proprio a quel periodo subiscono  un´impennata delle Cds.

Le banche invece continuavano a vendere per “sicure” le obbligazioni Lehman.

Chi scrive assiste clienti bancari a cui sono stante vendute obbligazioni lehman addirittura pochi giorni antecedenti il fallimento della banca americana”.

A distanza di 16 mesi dal crack Lehman, le banche si sono ben guardate dal seguire l´invito del Governatore di Banca d´Italia Draghi che, alcuni giorni dopo il default, con una lettera aveva invitato le banche italiane ad assicurare la massima tutela alla clientela in possesso di titoli della banca americana fallita lo scorso 15 settembre 2008 sotto i colpi della crisi finanziaria internazionale.

Le banche, al contrario, si stanno distinguendo per un robusto ostruzionismo anche nella consegna della documentazione precontrattuale e contrattuale fatta sottoscrivere ai risparmiatori.

E´ di questi giorni l´accoglimento da parte del Garante per la Protezione dei dati personali di un ricorso avanzato da un obbligazionista Lehman contro la Monte dei Paschi di Siena SpA, che ometteva la consegna della documentazione. La banca è stata anche condannata al pagamento le spese del procedimento.

La battaglia per la tutela dei diritti dei consumatori coinvolti nel crack lehman, continua.

Avv. Massimo Melpignano
V.Presidente Adusbef Puglia

melpignano@studiomelpignano.it

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